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254 | il bell’armando. |
Un giorno le capitò dinanzi tutto rabbuffato. Aveva bisogno di denari; ma si fece pregare un bel pezzo prima di confidarglielo. Lena glieli diede il giorno dopo. D’allora in poi tornò spesso a domandargliene, senza farsi più pregare. E infine quando la poveretta, colla nausea alla gola, come una costretta a mandar giù delle porcherie, si arrischiò a dirgli: — Ma dove vuoi che li pigli, questi denari? — per tutta risposta Mando le voltò le spalle.
— Senti, — esclamò la Lena con un impeto di tenerezza selvaggia, buttandoglisi al collo; — se li vuoi.... se li vuoi proprio questi denari.... Ma dimmi almeno che mi vorrai bene lo stesso.... —
Egli si lasciò abbracciare, ancora accigliato, brontolando fra i denti.
Lena glielo diceva spesso: — Vedi, lo so che tu non mi vuoi bene. Ma non me ne importa; perchè te ne voglio tanto io; tutto il male che ho fatto, l’ho fatto per te, intendi? —