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238 | .... e chi vive si dà pace |
padroni. — Con lui non dicevi così! — Con quell’altro era un altro par di maniche! — No! no! te lo giuro! Non ci penso più! Tu solo adesso! Tu solo! — Poi gli arrivò a dire: — Non gli ho mai voluto bene!...
— O allora? — rispose il servitore.
E infine un giorno essa gli mostrò una carta; una carta che gli aveva portata nel petto, come una reliquia. — Guarda! Guarda! — Era il certificato di morte del suo artigliere, come glielo buttava in faccia a ogni momento Cesare. Il certificato di morte di Lajn Primo, soldato del 5º artiglieria, c’era il bollo e tutto, non ci mancava nulla; la povera donna glielo portava come un regalo, come un regalo del bene che aveva voluto e delle lacrime che aveva versate, come un regalo di tutta sè stessa, della donna innamorata e sottomessa.
L’altro, il maschio, per tutta risposta fece una spallata.