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.... e chi vive si dà pace. 227

giare delle banderuole turchine, una lunga fila di lancieri polverosi che sfilavano sul ponte.


Le quattro trombe della batteria tutte insieme sonarono — Avanti. — Poscia, di là del ponte — A trotto! — in mezzo a un nugolo di polvere, alberi e casolari che fuggivano, pennacchi di bersaglieri ondeggianti fra i seminati. Di tanto in tanto, in mezzo al frastuono, si udiva un rombo sordo, dietro le colline. E fra gli scossoni dell’affusto la canzone della partenza che ribatteva: — «Ecco il trenno che già parti....» — A galoppo, Marche! — Addio, Morettina! Addio! —

Su, su, per l’erta, sfondando i solchi, sradicando i tralci, saltando i fossati, i cavalli fumanti e colle schiene ad arco, gli uomini a piedi, spingendo le ruote, frustando a tutto andare. Poi, sulla cima del colle, due carabinieri di scorta immobili, a cavallo, dietro un gruppo di ufficiali che accennavano lontano, alle vette coronate di fumo, e dei soldati sparsi per la china,