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vagabondaggio. 13


— Ora chi mi paga? — domandò infine la Gagliana.

— Non dubitate, che sarete pagata, — rispose il poveraccio più morto che vivo. — Venderò il mulo, se così vorrà Dio, e vi pagherò, sorella mia! —

Com’era un bel giorno di Natale, col sole che veniva fin dentro la stalla, e le galline pure, a beccare qualche briciola di pane, la gente che era stata a sentir messa a Primosole si fermava a bere un sorso a metà strada, e vedendo compare Cosimo sul pagliericcio dello stallatico, volevano sapere il come ed il perchè. Poi davano un’occhiata ai muli in fondo alla stalla. L’oste li faceva vedere, fiutando la senseria:

— Belle e buone bestie! Quiete come il pane! Un affare d’oro per chi le compra, se compare Cosimo, Dio liberi, rimane storpio. —

Il baio voltava indietro il capo come se capisse, colla sua boccata di fieno in aria.

— No, no, ancora non sono in questo stato! —