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artisti da strapazzo. 187

Infine Assunta e il maestro lasciarono il Caffè, e si avviarono ai Boschetti, rasente al muro, nella striscia d’ombra che orlava il marciapiedi. Assunta aveva detto ch’era libera fino a sera, e anch’esso non temeva più di farsi vedere insieme a lei. Il largo viale ombroso era deserto. Di tanto in tanto solo qualche coppia d’innamorati che passeggiavano sotto i platani, cercando i sedili più remoti. Anch’essi.... Le ore scorrevano e non sapevano risolversi a lasciarsi. — Ah! se ci fossimo conosciuti prima! — esclamò infine il maestro.

Ella alzò gli occhi su di lui, si fece rossa, e li chinò di nuovo. Il maestro giocherellava col fagottino che Assunta teneva sulle ginocchia.

— O piuttosto se avessi fatto il calzolaio!... No.... dico così.... Son delle giornate nere.... Passeranno! — Chiamò uno che andava vendendo dell’acqua fresca, in un barilotto attorniato di bicchieri, e offrì da bere anche a lei. L’uomo andò a mettersi in fondo al viale, col barilotto posato a terra, come una macchietta