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184 | artisti da strapazzo. |
sull’offerta di denaro, essa gli aveva risposto che non occorreva. A lui glielo avrebbe detto! davvero, di tutto cuore!
Una domenica, verso la fine di luglio, il maestro incontrò Assunta che usciva dalla bottega di un calzolaio. Essa avrebbe voluto evitarlo, ma l’altro già le si accostava col cappelluccio di paglia ritinto in mano. — Come va? Tanto tempo che non ci siamo più visti! — Assunta balbettava, cercando di nascondere un fagottino che portava, fattasi di brace in viso.
Il maestro cercava le parole anche lui: — Almeno un vermuttino. Qui a due passi, al solito Caffè!... — Essa non voleva, vestita a quel modo!... Infine si lasciò condurre a un tavolinetto fuori dell’uscio, all’ombra del tendone. Dapprincipio stettero un po’ in silenzio, guardandosi in viso. Ella sembrava più grassa, disfatta, bianca come cera, con due enormi pesche sotto gli occhi, e le mani pallide colle vene gonfie. Il giovanotto aveva la barba lunga, la biancheria sudicia, i calzoni sfrangiati che