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180 | artisti da strapazzo. |
si sentiva staccare pure dal seno qualche cosa, dinanzi a quelle pareti nude. Il maestro l’aiutava. Gennaroni, tornando a casa, li trovò in quelle faccende. — Bravi! Bravi! Gliel’hai detto? — In fondo era davvero un buon diavolaccio, penetrato sino al cuore dalla dolcezza con cui Assunta s’era rassegnata.
— Così buona! così giudiziosa, povera ragazza! Tutto l’opposto del tuo carabiniere, eh! —
Egli voleva anche abbracciarla dinanzi al maestro, strizzava l’occhio a costui perchè li lasciasse soli. Ma Assunta gli faceva segno di non andarsene, cogli occhi gonfi di lagrime. — Non l’avrebbe dimenticata, no, finch’era al mondo! Del resto le montagne sole non s’incontrano. Intanto dava una mano anche lui per aiutarla, correndole dietro dal cassettone al letto, su cui era il baule, colle braccia piene di roba; voleva che andassero tutti e tre insieme a desinare al Caffè, l’ultima volta, e finir la giornata bene. Il maestro si scusò. — Ah! ah! il carabiniere! — Però promise di trovarsi alla stazione. — Sì,