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artisti da strapazzo. | 151 |
infine proruppe: — Me ne vado, sono aspettato. Buona notte! Buona notte! — E partì correndo.
La stanzuccia, che pigliava lume da un finestruolo sulla scala, costava cinquantacinque centesimi al giorno: tre soldi di pane e latte la mattina: trentacinque centesimi il desinare. La sera poi doveva spendere altri sei soldi per andare al Caffè Nazionale, dove era quasi certa di vedere il maestro, la sola persona che conoscesse nella città. Negli intermezzi, quando poteva, egli andava a salutarla; da lontano, prima di parlare, gli si vedeva in viso la stessa notizia scoraggiante: — Nulla ancora! — Poi, al vederla così triste e rassegnata, colla chicchera di caffè vuota sul tavolino, voleva pagar lui. Ma essa non permetteva, arrossendo fino ai capelli. — No, signore, un’altra volta! — Egli non osava insistere, ma avrebbe voluto che lei lo considerasse come un vero amico, come un fratello. Le confidava i suoi piccoli guai, anche lui, per inco-