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106 | il maestro dei ragazzi. |
stenza che aveva fatta alla sua povera sorella, per stringerle la mano e farle gli occhi di triglia, gli disse sul mostaccio:
— Orsù, signor maestro, facciamo a parlarci chiaro, chè il vicinato comincia a mormorare dei fatti nostri. —
Il poveraccio, colto alla sprovvista, si confuse. Ma infine prese il suo coraggio a due mani:
— Or bene, donna Mena! Anche quella poveretta l’aveva previsto. Non ho voluto decidermi mai a fare questo passo, perchè amavo troppo la mia libertà.... Ma ora che vi ho conosciuta meglio.... se volete....
— Eh, non li avevate fatti male i vostri conti, caro mio, poichè siete stanco d’andare attorno coi ragazzi! Ma il fatto mio ce lo siamo lavorato io e la buon’anima di mio marito.... E non per farcelo mangiare a tradimento.—
Ogni giorno, mattina e sera, tornava a passare il maestro dei ragazzi, con un fanciul-