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il maestro dei ragazzi. 99

di tenerezza ineffabile, che si attaccava a lui come alla vita.

E allorchè furono soli, gli disse pure con quell’accento e quello sguardo singolari:

— No quella!... Quella no, Peppino! —


Verso l’agosto sembrò che cominciasse a stare alquanto meglio. Il sole giungeva fino al letto, dall’uscio del cortile, e la sera entravano a far compagnia tutti i rumori del vicinato, il chiacchierío delle comari, lo stridere delle carrucole, nei pozzi tutto intorno, la canzone nuova che passava, l’accordo della chitarra con cui il barbiere dirimpetto ingannava l’attesa. La ragazza del falegname entrava con un fiore nei capelli, con un sorriso allegro che portava la gioventù, la salute, e la primavera.

— No, no, non ve ne andate ancora! Vedete com’è allegra quella poveretta, quando siete qui!