Pagina:Verga - Una peccatrice.djvu/8


— 10 —

mo rigogliosa, fidente, espansiva, con il canto allegro dei pescatori che lavoravano sul lido e il cinguettare dei passeri sul tetto della chiesa, a cui faceva un triste contrapposto il silenzio funereo di quel recinto, interrotto solo dal mormorare del prete che officiava, e la luce velata della chiesetta colle pallide fiammelle di quelle torce, nessuno di noi tre, dicevo, poteva credere intieramente che quelle quattro tavole racchiudessero quel corpo, meraviglia di grazia e di eleganza, che, pochi giorni innanzi, quando si vedeva passare al trotto del suo brillante equipaggio, faceva voltare tante teste.

Lo ripeto: giammai la morte ci era sembrata più imponente e più possibile nello Stesso tempo prima d’allora.

Quando uscimmo di chiesa dissi a Raimondo: — Hai bisogno di noi?

— No, grazie,

— E Brusio? — domandò Abate.

— È là; — rispose Angiolini additandoci una graziosa casina.

A quelle sole parole scorgemmo tutto l’abisso che dovea separare Brusio dalla so-