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— Dio!... Dio mio!... — singhiozzò la madre torcendosi le braccia, — come farò, Dio mio, come farò!... Son sola, signor Angiolini, son sola!... Mio figlio!... chi sa cosa n’è di mio figlio!... Aiutatemi; corriamo all’ufficio di Questura a prendere informazioni...

— Non si disperi, signora; spero ricondurle Pietro al più presto, senza alcun accidente. Abbia la bontà di aspettarmi qui.

Raimondo, indossato in fretta un abito, prese il cappello ed uscì.

Dando campo ad un sospetto che gli era balenato in mente mentre la signora Brusio si disperava per l’inusitata e straordinaria tardanza del figlio suo, e per la notizia che il domestico le avea rapportato, egli si diresse per la strada Stesicorea ed indi per quella Etnea, verso la casa ove abitava la contessa di Prato. Giungendo sotto i veroni, sul marciapiede di faccia, gli sembrò di vedere qualche cosa di nero immobile sul lastrico.

Si avvicinò esitante e lo chiamò per nome a bassa voce.

— Che vuoi? — rispose una voce rauca e ancora tremante, come se inghiottisse delle