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— Chi può esser a quest’ora? — disse fra sè il giovane sorpreso andando ad aprire.
— Son io, Raimondo... son io! Aprite, di grazia! — udì la voce della signora Brusio, quasi delirante dietro la porta.
— Che c’è, signora?... Dio mio!... ella mi spaventa! — esclamò il giovane introducendo la madre del suo amico nella sua camera.
— Pietro!... Dov’è Pietro? Dov’è mio figlio, signor Angiolini? — disse la povera madre colle lagrime agli occhi.
— Pietro non è in casa? — domandò Raimondo vieppiù sorpreso.
— Son due ore del mattino e mio figlio non si è ancora ritirato... Ho mandato il domestico a cercarlo al teatro, e ritornò dicendo che il teatro era chiuso da un pezzo, ma che sulla porta era avvenuta una rissa fra alcuni giovanotti; che vi erano stati dei feriti e degli arrestati... Mio Dio!... gli sarà accaduta qualche disgrazia!... Dove lo lasciaste voi?...
— Ci separammo all’ingresso del teatro, e mi disse che andava subito a casa... Ma io non so nulla di risse...