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finibile espressione di stanchezza e di noia, che si traduceva in sfumature molli, in pose voluttuosamente accidiose.
L’occhialetto di Pietro stava quasi sempre fissato su quella loggia. Due o tre volte, ella, sorpresa di quella molesta assiduità, volse gli occhi verso quel binocolo che aveva l’indiscretezza di guardarla sì a lungo dalla platea. Una volta infine alzò lentamente il suo, e bruscamente, senza quelle transazioni che sono assai comuni in teatro per mascherare il vero scopo, ella lo fissò di contro a quello del giovane che si abbassò subito.
Ella rimase alcuni secondi in quella positura; indi lasciò quasi cadere sul parapetto il binocolo, e fece un leggiero movimento di spalle d’impazienza.
Prima di terminare la recita Brusio lasciò il suo posto e si recò sul corridoio.
Il suo occhio era acceso e brillante; le sue gote, abitualmente pallide, si coloravano di un rossigno febbrile.
Pochi minuti dopo, prima ancora che il sipario fosse abbassato, udì aprire la porta di un palchetto sul corridoio, e dei passi