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Siccome nessuno gli badava, egli girò con tutta flemma sui talloni ed uscì.
Pietro prese il braccio del suo amico, e lo strascinò via, mormorando:
— È meglio che non entriamo!...
— Dove andiamo? — domandò qualche minuto dopo, come se cercasse una distrazione.
— Dove ti piace. A proposito... potremmo approfittare dell’invito dei signori A***, che abbiamo per stassera.
— Vi si balla?
— Sì.
— Andiamo, in tal caso! M’immaginerò di ballare colla mia bella Piemontese; — aggiunse Brusio, forzando le labbra ad un sorriso.
Essi furono accolti con festa dall’allegra brigata che era radunata nel salone. Pietro sedette al pianoforte e suonò un valtzer, che otto o dieci coppie ballarono.
— Vi lasciaste molto aspettare, signorini! — disse in tuono di scherzevole rimprovero una graziosa giovanetta, figlia del padrone di casa e maritata ad un cugino di Raimondo, appena Pietro andò a raggiun-