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le redini e la frusta dalle mani del cocchiere.

Allora cominciò un alterco fra quegli che non voleva cederle e Consoli che le voleva ad ogni costo, mentre il legno correva alla meglio.

Tutt’a un tratto i cavalli si arrestarono; Abate ed io, sorpresi di vederci fermati sì bruscamente, domandammo che c’era.

— Un morto: — fu la risposta laconica del cocchiere.

Un convoglio funebre attraversava lentamente lo stradone; esso era semplicissimo: un prete, un sagrestano che portava la croce, un ragazzo che recava l’acqua benedetta, e tre o quattro pescatori; il feretro, coperto di raso bianco e velato di nero, era portato da quattro domestici abbrunati, e una carrozza signorile, in gran lutto, lo seguiva.

Quando la carrozza fu paro della nostra, una testa scoperta si affacciò allo sportello sollevando la tendina di seta nera, e noi riconobbimo uno dei nostri amici d’Università, Raimondo Angiolini, laureato in medicina da quasi due anni.