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sembrò esitare un momento, e proseguì a camminare sin fuori Porta Garibaldi. La notte era magnifica, Pietro sedette sul sedile di pietra circolare che limita la gran piazza.

— È strano — mormorò egli — come stasera non ho voglia nè d’andare a casa, nè di rimettermi alle mie tesi!...

E rimase altri cinque minuti in silenzio, collo sguardo fosco e fisso sui ciottoli del marciapiede.

— Andiamo! — esclamò quindi levandosi, e come facendosi forza; — devono essere le undici, e mia madre a quest’ora mi attende.

Guardò il suo orologio e si diresse lentamente verso la sua abitazione.

La signora Brusio, coll’occhio della madre, osservò che il suo Pietro, quella sera, era più pallido e distratto del solito; e che, invece di rimettersi a studiare, si ritirò, appena giunto, nella sua camera.

L’indomani Raimondo, verso le undici, si disponeva ad uscire, quando Pietro entrò da lui nella camera che occupava all’Albergo di Francia.

— Buon vento! — esclamò Raimondo