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Dirò come mi sia pervenuta questa storia, che convenienze particolari mi obbligano a velare sotto la forma del romanzo.

Verso la metà di novembre avevamo progettato una partita di campagna con Consoli e Pietro Abate.

Il 14, con una bella giornata, noi eravamo sulla strada di Aci.

Verso Cannizzaro un elegante calesse signorile oltrepassò la nostra modesta carrozza da nolo. Giammai si è tanto umiliati dal contrasto come in simili casi. Consoli, ch’era forse il più matto della compagnia, gridò al cocchiere:

— Dieci lire se passi quel calesse!

Il cocchiere frustò a sangue le rozze, che cominciarono a correre disperatamente, facendoci sbalzare in modo da esser sicuri di ribaltare; e siccome le povere bestie non correvano come egli voleva, Consoli salì in piedi sul sedile dinanzi per togliere