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flemma ne prese un sigaro ed un fiammifero. Acceso il foglietto, cominciò ad accendere tranquillamente il sigaro.
Raimondo ebbe il tempo di leggere le ultime frasi assai tenere del bigliettino, scritto con quel carattere minuto ed uguale che sembra particolare alle signorine distinte, firmato in basso colle sole iniziali.
— Hai veduto? — gli domandò Pietro trionfante, buffandogli in faccia il fumo azzurrognolo del sigaro.
— Ho guardato ma non ho visto, come il cieco della Bibbia.
— È semplicissimo: vi è un detto celebre: Fumo di gloria non val fumo di pipa: ciò che in parentesi dimostrerebbe che le mie più belle produzioni-erba non valgono il fumo delizioso di questo regalia; io ne faccio un altro: Amor di donna, e d’uomo, se si vuole, non dura più di cenere di carta, o biglietto amoroso... o sigaro regalia. Spero di farmi nome almeno coi proverbi... giacchè non l’ho potuto con opere di maggior lena... Ma guarda laggiù, imbecille!...
— Che c’è?