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La sua pupilla era prodigiosamente dilatata; ma lo fissava ancora coi raggi più vivi del suo sguardo.

Pietro s’inginocchiò ai suoi piedi; ella ebbe il coraggio di cambiare in un sorriso la contrazione di spasimo dei suoi labbri.

— Suonami il valtzer... Il Bacio... fammi contenta...

Pietro esitava.

— Ma che hai? Dio mio! sei pallida da far paura...

— È nulla, ti dico... è l’eccesso della gioia, della felicità... Son tanto felice, mio Pietro!... Fammi questo piacere, suona quel valtzer... che mi domandavi sempre... — E giunse le mani con atto infantile di preghiera.

Pietro cominciò ad eseguire quella musica che faceva la più strana impressione in mezzo al silenzio della notte (nella mestizia che, suo malgrado, cominciava ad offuscarlo), ascoltata da quella donna coricata sul divano, che giungeva le mani; della quale i tratti, sussultanti di quando in quando, sembravano assorbire le vibrazioni come delle care reminiscenze; della