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— Oh! Narcisa! Narcisa! — esclamava egli come un pazzo, — Narcisa di Napoli... di Catania!... t’ho trovata alfine! sì, t’ho trovata!!...
Tutt’a un tratto quel corpo affascinante di mille seduzioni ebbe un fremito che non seppe reprimere, e quasi una dolorosa contrazione.
Pietro l’abbracciò più strettamente, come ebbro... poichè lo scambiò per un fremito di piacere.
— Che io ti vegga, Narcisa! — esclamò egli colle mani giunte, inginocchiandosi sul tappeto, come se avesse voluto adorarla: — oh! ch’io possa vederti!... Perchè nel tempo istesso che io provo questo godimento supremo, che mi comunico il tuo corpo da fata fra le mie braccia, non posso analizzarti col mio sguardo, ed assorbire quell’altra ebbrezza sublime di divorare le tue bellezze?...
Egli si tacque, sorpreso, allarmato dal pallore che copriva i delicati lineamenti di lei, che tradivano qualche lievissima contrazione spasmodica: e che cominciavano a bagnarsi di fredde stille di sudore a fior di pelle alla radice dei capelli.