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io sono infame!... — seguitò con voce delirante: — oh! grazia, Narcisa!...

«L’amavo tanto che non sentii tutto lo spasimo sublime che quelle parole mi facevano provare: ebbi soltanto pietà di lui.

«Lo abbracciai; piangendo anch’io; tremando convulsivamente del suo tremito; mischiando le mie labbra alle sue.

«— Dillo! Pietro... dillo! — gridai con disperato sforzo di volontà, — tu non mi ami più!... tu non mi ami più come prima!

«Egli rimase abbattuto, in silenzio, sulla panchetta della barca.

«Quel silenzio durò cinque minuti.

«Quando risollevò il volto fui atterrita dallo spaventevole pallore che copriva i suoi lineamenti solcati profondamente.

«— Ascoltami, Narcisa! — cominciò egli con voce solenne, quasi calma: — io ho un sacro dovere di gratitudine verso di te... dovere che mi fanno caro le reminiscenze che non potrò dimenticare giammai, e che formano ora il mio inferno... Eppure, te lo giuro sul mio onore, io non mi trovo colpevole... no!... che soltanto queste reminiscenze mi restino ora vicino a te...