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sare a me, erano appassiti; le tende delle finestre chiuse, sicchè eravi quasi buio nella stanza; attraverso l’uscio aperto della sua camera da dormire vidi il letto scomposto, colle lenzuola lacerate e cadenti a terra, ed un cuscino sul tappeto, accanto ad una poltrona rovesciata.
«Pietro mi voltava le spalle, colla testa appoggiata fra le mani; avea dinanzi un monte di quaderni e di fogli di carta, dei quali alcuni lacerati; sul foglio che gli stava sotto la mano era scritta l’intestazione di una lettera e tre o quattro versi cancellati. Egli non mi udì avvicinare, e si riscosse bruscamente quando mi vide vicino a lui. Poscia si alzò e venne a stringermi la mano, sorridendo tristamente.
«— Volevo venire a farmi perdonare le mie cattiverie di ieri sera... però non potevo supporti alzata a quest’ora.
«— Non ho dormito, Pietro... — gli risposi colle lagrime agli occhi.
«Egli volse i suoi in giro per l’appartamento, quasi avesse voluto nasconderne il disordine; li abbassò, e rimase muto.
«Non avea voluto confessarmi che an-