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da quella scena che forse si aspettava.

«— Che hai dunque, Narcisa, — esclamò egli, prendendomi le mani.

«— Oh, Pietro! — esclamai infine, — tu non sei lo stesso di prima!... No! tu non mi ami come prima!...

«— Narcisa, tu sei folle coi tuoi dubbî penosi... Se non ti amassi come prima, potrei fare la vita che faccio?...

«Queste parole, che cercavano di esprimere un pensiero consolante, erano dure per me; esse parlavano di quella vita che avea fatto la nostra felicità come di un sagrifizio.

«— È vero dunque, — proseguii, — questa vita ti è penosa?!... tu sei stanco di farla?!...

«— Ascoltami, Narcisa! — interruppe egli, stringendomi le mani, quasi avesse voluto infondermi forza per ascoltare quello che aveva a dirmi, e raddolcire quanto vi poteva essere di amaro; — non si può sempre vivere di questa vita che noi abbiamo fatto, che è la mia più dolce memoria, senza avere delle ricchezze, che io non posseggo, e neanche tu, e le possedessi, io non potrei