Pagina:Verga - Una peccatrice.djvu/181


— 183 —

sorridendo ancora con una lieve tinta di mestizia, come per scacciare la penosa preoccupazione che ci aveva invaso ambedue; — confessiamo che siamo pure i gran fanciulli, e che i nostri discorsi sono stati ben singolari per due innamorati che vanno ad una festa da ballo.

«Respirai più liberamente quando la carrozza ci trasportava rapidamente verso la nostra abitazione: mi parea d’essermi levato un gran peso dal cuore col togliermi quella maschera di convenienza che la società esige, e che, quella sera, in mezzo a quella splendida folla, mi era sembrata odiosa.

«L’indomani Pietro si rimise a studiare di lena, come non l’avevo mai veduto lavorare. Io passavo i giorni nel suo gabinetto di studio, disegnando o sfogliando i fiori dei quali era sempre piena la giardiniera che contornava il suo tavolino, e dei quali spargevo le foglie sulla carta in cui egli scriveva; o, quand’egli lo voleva, andavo al pianoforte e gli suonavo il pezzo che domandava.

«Egli usciva sempre la sera per darsi