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scaturiva dai veroni aperti, le allegre coppie che si aggiravano per le scale; ascoltando il suono di quella musica festante. Due o tre volte mi sembrò di vedere la tua figura, l’ombra tua, che girava fra le vorticose coppie di un valtzer... e piansi lagrime ardenti, disperate;... e passeggiai delirante come un pazzo, sotto quella casa... Ora voglio che tu ti vesta di quegli abiti, Narcisa; che quel cappuccio bianco copra i tuoi capelli. Io non posso esprimerti quegli atomi, quelle percezioni di sensazioni ineffabili che provo in queste reminiscenze; cercando d’illudermi spesso sino alla realtà del dolore che provai, per sentire più viva l’ebbrezza della felicità che tu mi dai ora!
«E mi abbracciava, e mi baciava frenetico, ardente.
«In mezzo a quelle parole che mi facevano piangere di gioia una frase mi era rimasta fitta dolorosamente come una spina nel cuore: egli avea detto: Non puoi vivere sempre come vivi!...
«Quella vita che avea formato il mio paradiso, adunque, quella vita che noi non avevamo vissuto che per amarci, che per