sere in cui ti cercavo come smaniante, avevo perduto la speranza d’incontrarti; quando vidi passare, al braccio del conte, una donna vestita di bianco, con un semplice bournous bianco sulle spalle, di cui il cappuccio era tirato sulla testa: avea il corpo svelto ed elegante, l’andatura molle ed incantevole, il sorriso affascinante, alcuni ricci neri scappanti dall’orlo del cappuccio bianco sulla fronte di un candore più puro e direi più rasato. Eri tu!... che parlavi a quell’uomo, che sorridevi a quell’uomo... che non potevi sapere quel che provava quell’incognito che ti passò d’accanto senza che te ne avvedessi. Sentii stringermi il cuore da una mano di ferro... Ti seguii trepidante, divorando degli occhi il tuo passo, i tuoi movimenti, il tuo minimo gesto; reprimendo i battiti del mio cuore per udire l’insensibile fruscio della tua veste... Ti seguii senza speranza che tu ti rivolgessi a vedermi... Andavi da S***. Ti aspettai in istrada sino alle tre, ora in cui la tua carrozza venne a prenderti, vedendo passare i fortunati che andavano a quella festa, che dovevano vederti ed esserti vicini; guardando la luce abbagliante che