Pagina:Verga - Una peccatrice.djvu/172


— 174 —

quando udii il rumore della sua carrozza che si allontanava, non potei frenare le lagrime, e mi misi al pianoforte per distrarmi.

«Mi venne sotto le mani il Bacio di Arditi, quel valtzer ch’egli mi fa ripetere sì spesso marcandone il movimento coi suoi baci sulla mia testa. Quelle note mi parve che piangessero, e chiusi il pianoforte con impazienza.

«Lo aspettai al verone sino a mezzanotte: non veniva ancora. Ebbi timore di lasciargli scorgere il mio affanno, se mi fossi lasciata trovare aspettandolo, mi ritirai nel mio appartamento. Presi un libro a caso, ma non potei leggerlo.

«Verso le tre udii finalmente la carrozza che rientrava sotto il portone, e i passi di lui sulla scala. Ma egli non venne a cercarmi.

«Divorata dall’impazienza, suonai per domandare di lui.

«— Il signore è ritornato; — mi rispose la mia cameriera, — ma è rientrato quasi subito nelle sue stanze.

«Non era venuto almeno, come faceva ogni sera, a darmi il bacio della buona notte.

«Ebbi un istante il pensiero d’andare da