Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 173 — |
«A Catania noi seguitammo ancora due mesi questa vita incantata che per me sarebbe rimasta un mistero senza di lui.
«E poi...
«Alcuni giorni dopo Pietro cominciò ad invitarmi ad uscire... ad andare in società... Mio Dio! mi pareva che avessi dovuto aver rimorso di quel tempo che bisognava rubare al nostro amore. Allora egli mi disse che per lui, che dovea farsi un avvenire, era impossibile seguitare a vivere così ritirato dal mondo, e che quest’avvenire gli imponeva qualche sacrifizio; che, infine, per quella sera avea un invito al quale non poteva mancare.
«Lo pregai di andar solo, soffocando un penoso sentimento che quasi mi faceva piangere d’angoscia.
«Nei primi mesi che noi passammo assieme Pietro non avrebbe pensato a ciò. Quel fervente amore di lui cominciava dunque a dar luogo ai calmi pensieri dell’avvenire... Non osai gettare uno sguardo su quel baratro che si spalancava lentamente ad inghiottire la mia felicità.
«Quando venne a stringermi la mano,