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non gli rendesse soltanto strette di mano dei comici, che per altro si misuravano dal numero dei rinfreschi offerti e mai rifiutati, e qualche applauso, assai freddo, della platea, che avea il valore di un biglietto gratis.

Abbiamo insistito, forse di soverchio, su questi dettagli fisici e morali, d’uso per alcuni, per noi resi indispensabili dalla necessità, che abbiamo peculiare, di far sentire, diremmo, i caratteri che presentiamo prima di agitarli nelle scene di un racconto intimo. Scopriamo sin dal principio il meccanismo, per non attirarci la taccia, poscia, di aver fatto agire delle marionette, da chi non ne vedesse il filo motore ch’è il cuore.

Cinque giorni dopo, all’ora solita, noi incontriamo i due amici, che passeggiano, colla stessa sbadataggine, sotto gli alberi del Rinazzo; l’uno, il biondo, chiacchierando quasi sempre solo; il suo compagno col capo basso e le mani dietro le reni.

— Mio caro, — diceva il biondo, guardando l’amico negli occhi in aria di malizia, — risponderai almeno questa volta a quella piccina?