Pagina:Verga - Una peccatrice.djvu/169


— 171 —

suno a cui aprire il mio cuore, per mezzo di cui far pervenire, in queste memorie, i miei ultimi ricordi a lui!

«Qual vita ho fatta!... Dio! Dio mio!... Mi pareva impazzire dalla felicità; come ora mi pare impazzire dal dolore, quando penso a quelle ore trascorse come baleni nelle sue braccia, a quei suoi baci che sembravano divorarmi, a quelle sue ferventi parole che mi atterrivano quasi colla violenza della sua passione... a quei sei mesi tutti d’amore di cui noi assorbivamo i giorni con disperato anelito di piacere...

«Ed ora...

«È triste quello che ho a dirle, signore!... Oh, è ben triste!... Io ho soltanto la forza di scriverne poichè è il solo conforto che mi rimanga, poichè questi versi saranno letti da lui... che, allora soltanto... forse... comprenderà di quale amore l’ho amato...; poichè io, infine, vi provo un penoso godimento, dopo quello che mi resta soltanto ad aspettarmi...

«Se dieci mesi addietro, quando ero a Catania, avessi potuto sognarmi la vita che ho fatto con questo giovane, io avrei riso