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la sfortuna, a quest’ora, di esser sì poco creduto.

Brusio arrossì impercettibilmente e chinò la testa.

— Ella ha letto questo biglietto?... — disse esitando.

— Letto propriamente no; poichè è stata la contessa che ha avuto la bontà di leggermelo.

Pietro respirò.

— Ebbene?

— Ebbene! io so tutto. La contessa istessa mi ha tutto rivelato! — aggiunse con enfasi napoletana l’interlocutore di Brusio.

— Ella?!

— La prego di credere, prima di farsene le meraviglie, ch’io ho l’onore di trovarmi molto innanzi nell’amicizia della signora contessa di Prato, e che ella ha la bontà di mostrarmi tutta la fiducia... Non so se ella m’intende...

— Non molto, veramente.

— Eppure è sì chiaro! — aggiunse il vecchietto con un sorriso malizioso. — È adorabile quella contessa!... peccato che lei non abbia la fortuna di conoscerla intimamente...