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zione ai testimoni; dei quali uno, quello che avea fatta la domanda di ritrattazione, si scusò di non potere accettare, accusandone un affare urgentissimo e partì.

— In sala c’è un signore che l’aspetta da cinque minuti, e che mostrava aver molta fretta di vederla; — disse il cameriere a Brusio, appena questi fu di ritorno.

— Ha detto il suo nome?

— No, signore.

— Va bene.

Nel salotto infatti aspettava uno dei testimoni del conte, quello che l’avea lasciato al Caffè Nuovo, vecchietto rubizzo ed elegante. Appena vide Pietro gli stese la mano.

— Ero impaziente di stringere la mano dell’uomo più nobile e generoso ch’io m’abbia conosciuto; — gli disse, — e avrà la bontà di perdonarmi se ho rischiato d’essere importuno per affrettarmene il piacere.

— Io non capisco, signore, — rispose Brusio freddamente.

— Sono l’interprete dei sentimenti della contessa di Prato.

— La contessa di Prato! — esclamò Pietro involontariamente.