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glietto a Narcisa — sarcasmo pungente ed amaro velato dalla forma più delicata:

«Signora contessa,

«Ieri ebbi la fortuna di raccogliere un mazzo che le cadde dal palchetto sulla scena. Se, unita ai fiori che lo compongono, non vi avessi trovato una gemma di qualche valore, io l’avrei forse conservato come un ricordo dippiù della simpatia di cui mi onorarono gli spettatori; ma nel dubbio d’ingannarmi sulla destinazione del suo prezioso regalo, poichè tali sogliono essere le ricompense dei commedianti celebri, mi fo un dovere di rimetterlo alle mani dalle quali è partito.

«La prego, signora, di gradire la testimonianza della mia più distinta considerazione, ecc.»

Suggellò il biglietto, dopo averlo firmato, aspettando con impazienza l’ora convenevole per ricapitarlo.

Bisogna dire che il giovane, esagerando la sua suscettibilità, scrivendo quella lettera di orgoglioso rimprovero sotto le frasi gentili, cedeva ad una segreta speranza di