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— Eppure quest’uomo è celebre! — aggiunse la contessa avvolgendosi nella sua vespertina di cachemire bianco.

— Sarà anche questo.

— Sento che amerei quest’uomo come una pazza! — esclamò Narcisa punta dal freddo motteggio del suo vagheggino, colla viva schiettezza del suo carattere mobile ed impetuoso.

— Confessate almeno che questa franchezza è odiosa!... — rispose ridendo il sottotenente, poichè non sapeva se dovesse prendere la cosa sul serio, sebbene l’espressione affatto nuova della contessa gli desse molto a pensare.

— Ha però sempre il merito della franchezza! — replicò con tutta flemma Narcisa: — Quest’uomo io l’amo... poichè la sua celebrità è opera mia!... opera di cui posso andare superba!... Partite per la guerra, signore, a farvi uccidere per me o a ritornare generale d’armata, e allora... ma allora soltanto... forse.... io vi amerò come sento che amo in questo momento quell’uomo!

— Signora! — esclamò l’ufficiale coi denti stretti, facendosi pallido.