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venire il picchetto di Guardia Nazionale ch’era alla porta.

In questa una fischiata solenne e generale, partita dai palchi, sembrò sfidare la collera di quella gentaglia irritata: le mani inguantate di bianco non volevano lasciarsi sopraffare dalle mani nere e callose.

Nella platea scoppiò un grido generale di rabbia. Alcune signore svennero allo spettacolo di quella folla urlante che levava braccia nere e facce infuocate e furibonde, come ad imprecare, verso i palchetti, e in mezzo alla quale scintillavano alcuni ferri aguzzi. I carabinieri misero le mani sui revolvers, e la Guardia Nazionale entrò nella sala colle baionette in canna.

Rinunziamo a descrivere lo stato d’esasperazione di Brusio a quella sfida imprudente che l’aveva percosso come uno schiaffo; egli saltò in mezzo alla folla gridando:

— Ora faccio scendere tutta questa canaglia coi guanti a ballare la Fasola con noi! Vado a prenderveli per le orecchie!

E si fece largo in mezzo alla calca. Nessuno, nè carabinieri, nè Guardia Nazionale badarono a quell’uomo che usciva, a quella