Pagina:Verga - Una peccatrice.djvu/103


— 105 —

eleganze e di bellezze che ornavano le loggie, il denso vapore avvinazzato e fangoso in cui si avvolgeva; non osava d’incontrare un viso ch’egli non voleva vedere per non avere a dubitare un’altra volta della sua ragione.

L’orchestra suonava un valtzer; la folla avea incominciato a ballarlo gesticolando e gridando. Tutt’a un tratto fu veduta una figura umana, imbacuccata in pelli nere che la facevano mostruosa, montare di un salto sul palcoscenico, e gridare colla sua voce più forte, stendendo il braccio con un gesto imperioso verso l’orchestra:

— Abbasso il valtzer! Non vogliamo valtzer! Non vogliamo balli aristocratici... Vogliamo la Fasola!...

Quella voce che comandava, quel gesto che imponeva fecero fermare i ballerini che danzavano e i professori che suonavano; e cominciò un immenso frastuono. Dai palchi partirono alcuni fischi acutissimi, tratti certamente con l’aiuto delle chiavi.

Allora quell’uomo, quel mostro, alzò la testa orribile a vedersi col suo pallore cadaverico sui suoi lineamenti dimagriti, col-