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tesco, vanno al Teatro a farvi pompa del cinismo del vizio, della brutalità della violenza, della petulanza della miseria colpevole; occupano la galleria, ove mangiano, bevono, contendono ed urlano anche nel tempo della rappresentazione, malgrado la presenza delle numerose Guardie di Pubblica Sicurezza e dei Reali Carabinieri. Dopo la recita aspettano l’apertura del ballo mascherato per lanciarsi, coi loro costumi sudicii, in mezzo alla platea, per mischiarsi a quella società elegante che non sentonsi in diritto d’avvicinare coi loro cenci, e per farlo ne cercano il coraggio nell’ebbrezza, nell’esaltazione e negli eccessi.
Brusio, in prima fila fra di essi, sul proscenio, indossando un travestimento tutto suo, composto di cappuccio, casacca e pantaloni di pelle di montone (vestito che egli avea denominato da orso), si occupava metodicamente a dar fiato ad un enorme corno ad ogni scena nuova; e le rimostranze delle guardie di Questura erano soffocate dagli urli, dai suoni di trombe e di campane e dai fischi della mascherata numerosa che gli faceva codazzo.