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88 | la coda del diavolo |
tudine, la lealtà dei loro cuori, la purezza istessa di quei sentimenti, li avevano resi più espansivi, più schietti, e più fiduciosi. Donati avea assistito la Lina in una lunga e pericolosa malattia come un vero fratello avrebbe potuto fare, ed ella avea per il quasi fratello di suo marito tutte le cure, tutte le delicate premure di una sorella. La intimità delle due piccole famiglie era divenuta così cordiale, così sincera, così aperta a due battenti, che gli amici, i conoscenti, il mondo, non la stimavano nè troppa, nè sospetta. Cosa rara, ne convengo, com’era rara l’onestà di quelle anime; ma se in una sola di esse ci fosse stato del poco di buono, non avrei bisogno di tirare in campo il Fato degli antichi, o la coda del diavolo dei moderni.
La sera, dopo il desinare, andavano a spasso tutti e tre. Donati dava il braccio alla Lina, e si impettiva allorchè leggeva negli occhi dei viandanti “che bella don-