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primavera 71

mai. Paolo le metteva spesso le labbra sul collo, vicino alla nuca; ella lo lasciava fare e lo guardava con occhi attoniti, quasi avesse il presentimento di una sciagura. Ei sentivasi il cuore stretto in una morsa, e per dirle che le voleva un gran bene le domandava come avrebbero fatto quando non si fossero più visti. La Principessa stava zitta, volgendo il capo dalla parte dell’ombra, cogli occhi chiusi, e non si muoveva per dissimulare certi lagrimoni grossi e lucenti che scorrevano e scorrevano per le guance. Allorché il giovane se ne accorse ne fu sorpreso: era la prima volta che la vedeva piangere. — Cos'hai? domandava. Ella non rispondeva, o diceva — nulla! — con voce soffocata; — diceva sempre così, ch'era poco espansiva, e aveva superbiette da bambina. — Pensi a quell'altro? domandò Paolo per la prima volta. — Sì! accennò ella col capo, sì — ed era vero. Allora si mise a singhiozzare.