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52 | nedda |
ho perso più di una settimana di lavoro, ed ho mangiato quei pochi soldi che avevo fatto.
Ella rientrò in fretta, scucì il pagliericcio, e volle dargli quel piccolo gruzzolo che aveva legato in fondo ad una calza.
— No, diss’egli. Domani andrò a Mascalucia per la rimondatura degli ulivi, e non avrò bisogno di nulla. Dopo la rimondatura ci sposeremo.
Egli aveva l’aria triste facendole questa promessa, e stava appoggiato allo stipite, col fazzoletto avvolto attorno al capo, e guardandola con certi occhi luccicanti.
— Ma tu hai la febbre! gli disse Nedda.
— Sì, ma ora che son qui mi lascerà; ad ogni modo non mi coglie che ogni tre giorni.
Ella lo guardava senza parlare, e sentiva stringersi il cuore vedendolo così pallido e dimagrato.
— E potrai reggerti sui rami alti? gli domandò.