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soldoni. Il sole era caldo come in giugno; i prati lontani cominciavano ad ingiallire, le ombre degli alberi avevano qualche cosa di festevole, e l’erba che vi cresceva era ancora verde e rugiadosa.

Verso il mezzogiorno sedettero al rezzo per mangiare il loro pan nero e le loro cipolle bianche. Janu aveva anche del vino, del buon vino di Mascali che regalava a Nedda senza risparmio, e la povera ragazza, la quale non c’era avvezza, si sentiva la lingua grossa, e la testa assai pesante. Di tratto in tratto si guardavano e ridevano senza saper perché.

— Se fossimo marito e moglie si potrebbe tutti i giorni mangiare il pane e bere il vino insieme; disse Janu con la bocca piena, e Nedda chinò gli occhi perché egli la guardava in un certo modo.

Regnava il profondo silenzio del meriggio, le più piccole foglie erano immobili: le ombre erano rade; c’era per l’aria una