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La moribonda udì il suono dei soldi che Nedda posava sul deschetto, e la interrogò cogli occhi.

— Mi ha detto che glieli darò poi; rispose la figlia.

— Che Dio gli paghi la carità! mormorò l’inferma, così resterai senza un quattrino.

— Oh, mamma!

— Quanto gli dobbiamo allo zio Giovanni?

— Dieci lire. Ma non abbiate paura, mamma! Io lavorerò!

La vecchia la guardò a lungo coll’occhio semispento, e poscia l’abbracciò senza aprir bocca. Il giorno dopo vennero i becchini, il sagrestano e le comari. Quando Nedda ebbe acconciato la morta nella bara, coi suoi migliori abiti, le mise tra le mani un garofano che aveva fiorito dentro una pentola fessa, e la più bella treccia dei suoi capelli; diede ai becchini quei pochi soldi che le rimanevano perchè facessero a modo, e non