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del castello di trezza 251

paghi con qualcosa di prezioso il potervi dire la terribile parola che vi ho detto.

— Ebbene! rispose Donna Violante, pallida come lui, tremante come lui — anche io sconterò il mio fallo.... È giusto!

In questo momento si udirono i passi del barone che ritornava accompagnato da qualcuno.

— Sia! esclamò convulsivamente la baronessa. — Ti amo, son tua, sia! moriamo!

E gli cinse le braccia al collo, e gli attaccò alle labbra le labbra febbrili. Si udì la voce di don Garzia che diceva al Bruno:

— Tu va sul ballatoio e sta a guardia da quella parte.

Corrado si strappò da quell’amplesso di morte, con uno sforzo più grande di quel che ci sarebbe voluto per precipitarsi dalla finestra di cui gli veniva chiuso lo scampo, e stringendole la mano risolutamente:

— No! voi no! Ricordatevi di me, Vio-