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244 | le storie |
questo borsellino pel viaggio, e queste due righe di benservito, e vatti a cercar fortuna altrove.
Il giovane rimase sbalordito, e non potendo aspettarsi da che parte gli venisse il congedo, temette che qualcosa del terribile segreto fosse trapelata; e tremante, non per sè, ma per colei di cui avea sognato tutta la notte gli occhi lucenti, e l’ebbrezze convulse:
— Almeno, mio signore, balbettò, piacciavi dirmi, in grazia, perchè mi scacciate!
— Perchè sei già in età da guadagnarti il pane dove c’è da menar le mani, invece di stare a grattar la chitarra, ed è tempo di pensare a vestir l’arnese, piuttosto che farsettino di velluto.
— Orbè, messere, lasciatemi al vostro servizio, in mercè, se in nulla vi dispiacqui, e in quell’ufficio che meglio vi tornerà.
Il barone si grattò il naso, come soleva fare tutte le volte che gli veniva voglia di assestare un ceffone.