Pagina:Verga - Novelle, 1887.djvu/239


del castello di trezza 229

e che non era stata buona nemmeno a dargli un successore, gli faceva l’effetto d’un ninnolo di lusso, da tenersi sotto chiave come i diamanti di famiglia; perciò, lungi di smettere le sue abitudini di lanzichenecco, ci s’era lasciato andare allegramente, senza prendersi nemmeno la pena di nasconderlo alla moglie, la quale era così timida, e tremava talmente, allorchè ei si metteva in collera alla menoma osservazione, da sembrargli stupida. Cacciava, beveva, correva pei tetti e scavalcava le siepi, e quando ritornava ubbriaco, o di cattivo umore, guai alle mosche che si permettevano di ronzare!

Un’ultima scappata di don Garzia però avea fatto tale scandalo, che andò a colpire nel vivo quella vittima rassegnata. La fierezza di patrizia, l’amor proprio di donna, la gelosia di moglie, si ribellarono alfine in Donna Violante, e le diedero per la prima volta un’energia fittizia.

— Mio signore, diss’egli con voce tre-