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226 | le storie |
gnotti davanti, ai lati, e dietro; montò il suo cavallo pugliese, e se la menò a Trezza.
La sera dell’arrivo degli sposi si fecero gran luminarie al castello, nel villaggio, e nei dintorni, la campana della chiesuola suonò sino a creparne, si ballò tutta la notte sulla spiaggia, e del vino del Bosco e di Terreforti delle cantine del barone ne bevve persino il mare. Nondimeno, allorchè la sposa fu entrata in quella cameraccia scura e triste, in fondo all’alcova immensa della quale ergevasi come un catafalco il talamo nuziale, non potè vincere un senso di ripugnanza e quasi di paura, e domandò al marito:
— Come va, mio signore, che essendo voi tanto ricco, avete una sì brutta cameraccia?
Don Garzia, il quale ricordavasi di dover essere galante pel quarto d’ora, rispose:
— La camera sarà bella ora che ci starete voi, madonna.