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224 | le storie |
succedeva al giovane mostrava tali ganasce e tale appetito, che al paragone il lupacchiotto morto diventava un agnellino. Il cavaliere, cadetto di grande famiglia, era stato tanto tempo ad aguzzarsi le zanne e ad ustolare attorno a tutto quel ben di Dio in cui sguazzava il nipote, capo della casa e suo signore e padrone, che malgrado le scorrerie di tutti i generi, sulle quali il fratello e poscia il nipote avevano chiuso un occhio, si poteva dire di lui che fosse affamato da cinquant’anni; sicchè era naturalissimo che allorquando potè darsi una buona satolla di tutti gli intingoli del potere più sfrenato, lo fece da ghiottone, il quale abbia stomaco di struzzo.
Del resto il Re, suo signore dopo Dio, era lontano, e i d’Arvelo erano d’illustre famiglia, grandi di Spagna, di quelli che non si sberrettano nè dinanzi al Re, nè dinanzi a Dio, titolari di diverse cariche a Corte, baroni ricchi e potenti, un po’ al-