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218 | le storie |
fosse imposta sino a quel momento, e mostrossi soprappensieri, taciturno e accigliato.
— Ho paura!... ho paura di lui!... mormorò Matilde sottovoce.
Luciano premette quel braccio delicato che s’appoggiava leggermente al suo, e che gli rispose tremante e gli si abbandonò confidente e innamorato, a lui che non avrebbe potuto proteggerla neppure dando tutto il sangue delle sue vene. Si volsero uno sguardo, uno sguardo solo, lucente nella penombra — quello della donna smarrita — e chinarono gli occhi. Sull’uscio della casa si lasciarono. Ei non osò stringerle la mano.
Ella partì, nè seppe giammai quali notti ardenti di visioni egli avesse passato, quali febbri l’avessero roso accanto a lei, mentre sembrava così calmo e indifferente, quante volte fosse stato a divorarla, non visto, cogli occhi, e quel che si fosse passato dentro di lui allorchè sorridendo dovette dirle addio