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del castello di trezza | 187 |
— Della povera signora non rimase nè si vide altro che quel velo; nella cappella del castello e nella chiesa del villaggio furono dette delle messe per tre giorni, in suffragio della morta, e una gran folla assistè ginocchioni ai funerali, chè tutti le volevano un ben dell’anima per le gran limosine che faceva quand’era in vita; però, sebbene messere avesse dato ordine che le esequie fossero quali si convenivano a così ricca e potente signora, e la bara, colle armi della famiglia ricamate sulle quattro punte della coltre, stesse tre dì e tre notti nella cappella, con più di quaranta ceri accesi continuamente, e lo stendardo grande ai piedi dell’altare, e drappelloni e scudi intorno che mai non si vide pompa più grande, il barone partì immediatamente, nè si vide mai più al castello prima d’ora.
— Meno male! mormorò donna Isabella. Don Garzia non mi ha detto nulla di tutto ciò, ma è bene ch’io lo sappia.